Wednesday, April 18, 2012

10 anni di illusione

Questa lettera la scrivo a me stessa
Mi trovo a lavoro nel posto piu` orribile del mondo.
La maternita` mi ha completamente cambiato la prospettiva di vita e
anche gli ideali in cui ho sempre creduto. I falsi e ipocriti ideali
di una missione umanitaria chiamata ricerca.
Non sto dicendo con questo che Gabriel e` la ragione del mio
fallimento, anzi e` la ragione del mio successo e della mia rinascita.
Finalmente mi sono caduti i prosciutti dagli occhi, e riesco a
guardare le cose con piu chiarezza. Vedo per esempio che sono
circondata da gente fannullona e fancazzista, che maschera la propria
motivazione sotto un falso aspetto da stackanovista. In realta` ognuno
pensa solo al prorpio tornaconto, al proprio successo personale, e
a niente altro.
La motivazione e` una di quelle parole che maschera lo sfruttamento e
misura quanto uno e` disposto a vendersi pur di succedere, implicando
a volte sia fregare gli altri, sia essere disonesti.
La scienza e` molto bella, peccato che ad alti livelli non e` piu`
bella ma diventa come una guerra, fatta di strategie e sotterfugi,
dove solo i furbi vincono. Ebbene si, perche` qui non si tratta di
sopravvivenza, ma addirittura di vittoria. Infatti un bravo scienziato
e` solo quello che "conquista" il primo o l`ultimo nome sulle 3 piu`
prestigiose riviste... e di tutti quelli che lavorano in mezzo? ne
vogliamo parlare? di tutti i poveretti che muovono i progetti
silenziosamente, a volte nell`anonimato, che rappresentano il motore
dei laboratori, senza i quali i grandi e piccoli progetti non
vedrebbero mai la luce... studenti, dottorandi, postdoc, assistenti,
tecnici ecc ecc.. Ecco io non posso piu` fare questo lavoro a lungo.
Per il momento il mio lavoro mi da un malessere fisico che non avevo
mai provato prima. Mi prende un senso di repusione per questo posto.
L`idea di andarmene mi rende cosi` felice che conto i giorni come il
militare.
Diciamo che ormai non ho piu` la testa, ne` la voglia di fare ricerca. Ti chiede troppo e non ti da` nulla, ma davvero nulla, solo
 merda in faccia e delusioni...
Purtroppo la triste verita` e` anche quella per cui bisogna sempre
andare avanti, e se non hai possiblita` o fortuna rimani bloccato per
sempre in una posizione che dopo un po`, come dire, ti sta stretta.
Tutti vorremmo non avere capi, tutti vorremmo lavorare per noi stessi,
e uno scienziato a maggior ragione persevera nel suo lavoro soltanto
quando sta cercando di scoprire qualcosa in cui crede veramente,
qualcosa che smuove un`adrenalina dentro che si chiama passione,
amore, motivazione..ecc.
Ecco la mia per la scienza era e sara` sempre una passione viscerale,
tale da farmi stare male quando gli esperimenti fallivano o farmi
toccare il cielo con un dito quando trionfavano.
Questa passione stava prendendo il controllo della mia vita, mi stava
succhiando l`energia, mi stava divorando...
Fino a quando ho incontrato la persona che mi ha regalato la cosa piu`
bella: la Verita`.
Grazie alle lunghe conversazioni e alle lunghe sere di pianti, Kurt e`
riuscito a mettermi davanti un quadro molto semplice e completo della
mia situazione: in questo ambiente ci sono pochissime possibilita` di
avere successo gia` a priori, poi se aggiungiamo il fatto che il mio
livello di preparazione non puo` e non potra` mai raggiungere quello
di altri colleghi, l`unica conseguenza e` proprio quella di un
inevitabile fiasco.
Dunque quale e` stato l`errore?
Innanzi tutto essermi fatta convincere a fare un dottorato che non
volevo solo perche` era immediatamente disponibile, e quindi non avrei
dovuto cercare lavoro. All`epoca volevo gia` cambiare posto, non
rimanere nello stesso laboratorio, ma non credevo in me stessa
abbastanza da potermi muovere all`esstero. E cosi` il primo
fallimento. Bene, allora do a me stessa una seconda possibilita`
andando a specializzarmi in un post-dottorato all`estero. Ed ecco il
secondo fallimento.
Avrei dovuto capire subito che era inutile insistere e investire su di
me come scienziato.
Semplicemente non funziona.
Sia Sara, che Mani non hanno sicuramente un buon ricordo di me.
Adesso so una cosa, a posteriori: che avrei potuto dare il meglio di
me ma non l`ho fatto, che non sono e forse non saro` mai capace di
alzarmi e difendermi, poiche` non ho mai lottato prima e anche ora per
i miei diritti. E chissa`, questo forse e` dovuto al mio DNA
siciliano, a secoli e secoli di sottomissione e rassegnazione.
O magari, solo nella mia famiglia, il fatto che i miei mi abbiano
sempre spinto ad eccellere credendo in me, mi ha portato a credere che
tutti attorno a me debbano per forza avere un`opinione positiva, a
priori...
Dunque non avendo dimostrato di essere in grado di sostenere lo stress
di questo lavoro ho preso la decisione di cambiare carriera e
dedicarmi all`ambiente clinico.
So che anche li` la competizione e` spietata e non ne vado fiera se
dico che sto buttando via 10 anni di studio e lavoro cosi`, ma del
resto devo dare a me stessa il tempo di adattarmi alla nuova vita di
mamma e moglie, e la ricerca questa possiblita` di rallentare un po`
non la da` di sicuro.
Ebbene, che la scienza vada pure avanti senza di me, non credo
qualcuno rimpiangera` la mia assenza.
Un suggerimento che avrei per il mondo della ricerca in generale e`
questo: smettetela di finanziare grant a progetti stupidi e
insignificanti che hanno scarsa o nulla valenza clinica. Le soluzioni
potrebbero essere qui di seguito elencate:
1) Figure professionali tipo Ispettori che sorvegliano l`integrita`
degli esperimenti dovrebbero far parte di ogni gruppo di ricerca.
Controllare i notebook, validare protocolli per tutti i laboratori,
uniformare tecniche e condividere tecnologie, analizzare e rendere
pubblici i dati positivi e negativi attraverso una fitta rete di
informazione. Questo sarebbe il lavoro dell`ispettore.
2) Dovrebbero esistere solo piu` i progetti finanziati dalle autorita`
che rilasciano grant, governative o pubbliche, e tali progetti hanno
delle metodologie e ipotesi gia` prestabilite. Diversi laboratori si
incaricherebbero di svolgere il lavoro e riportare i risulati ottenuti
all`autorita` che finanzia. E finalmente tutto lo stress associato
alla scrittura/sviluppo/sottomissione dei grant sarebbe eliminato.
Inoltre tutti i giochni sporchi che stanno dietro le pubblicazioni dei
papers verrebbero annullati, poiche`il successo di un laboratorio non
sarebbe determinato tanto da quanti articoli si pubblicano, ma dalla
produttivita`, intesa come numero di esperimenti conclusivi con esito
sia positivo che negativo. Per non parlare poi del fatto che gli
scienziati, cosi` restii alla collaborazione, sarebbero costretti a
condividere TUTTO, dati, idee, strumenti, reagenti, per una causa
indubbiamente superiore e piu` nobile della propria carriera.
E con questo concludo il mio sfogo.
E solennemente mando a cagare i miei 10 anni di amore cieco per la ricerca.
Agata

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